Vermentino di Sardegna: il principe dei vini bianchi
Il Vermentino di Sardegna è uno dei gioielli del grande patrimonio enogastronomico che hanno reso l’antica isola di Ichnusa famosa in tutto il mondo.
Osservando il paesaggio sardo si ha l’impressione che Madre Natura abbia utilizzato l’antica tecnica del mosaico per dare forma all’isola, dove trovano spazio ambienti montani e di pianura, immense spiagge e dune sabbiose, forme di erosione tipiche dei fiumi, stagni e lagune, scogliere modellate dal vento che si tuffano in un mare dalle mille sfumature di blu e vigneti del Cannonau e del Vermentino di Sardegna.
I vigneti, sia a bacca nera che a bacca bianca, sono parte integrante della Sardegna e il Vermentino è utilizzato per la produzione di numerosi vini come quelli attinenti al disciplinare Vermentino di Gallura DOCG, vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, che presentano caratteristiche uniche in termini di profumo, tenore alcolico, mineralità e acidità naturale. Un risultato possibile grazie alla combinazione tra la buona permeabilità del suolo, l’elevato contenuto di potassio e le peculiarità climatiche della subregione del nord Sardegna.
Tra i vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) a base di Vermentino ci sono l’Alghero Vermentino frizzante e il Vermentino di Sardegna, quest’ultimo prodotto nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari e caratterizzato da un profumo persistente e un colore che va dal bianco carta al giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli. Al palato è amabile e sapido, dotato di una buona freschezza, una media acidità e un delicato retrogusto amarognolo.
Un calice di Vermentino di Sardegna ricorda l’aria fresca e leggera dell’estate, il vento che profuma di mare e fiori d’arancio, e si abbina alla perfezione con antipasti di pesce non salsati, ostriche e conchigliacei, pesce alla griglia e primi piatti tipici della tradizione gastronomica isolana.
Vermentino di Sardegna: un vitigno dalle origini antiche e misteriose
Il Vermentino è un vitigno a bacca bianca semi aromatico coltivato anche in Liguria (dove prende il nome di Pigato) e in Piemonte e Corsica (dov’è conosciuto con il nome di Favorita), ma è in Sardegna che trova il suo habitat ideale.
Le origini di questo antico e straordinario vitigno sono ancora oggi oggetto di discussione tra gli ampelologi: secondo alcuni studiosi sarebbe nativo del Portogallo o dell’isola di Madera ma l’ipotesi più probabile è che provenga dalla Spagna e più precisamente dalla regione dell’Aragona. In seguito, dalla penisola iberica si è diffuso prima in Francia, tra Grosse Clarette, Malvois d’Espagne, Piccabon, Languedoc-Roussillon, e poi in Liguria, nella zona delle Alpi Apuane, prima di arrivare in Corsica.
Nell’isola dei nuraghi, la coltivazione della vite da cui si ottiene il Vermentino di Sardegna cominciò nell’Ottocento e inizialmente interessò solo la zona della Gallura ma in poco tempo si diffuse in tutto il territorio isolano.
Esistono però altre tesi che provano a spiegare la nascita del Vermentino: un’ipotesi è quella che il vitigno abbia compiuto un viaggio inverso diffondendosi dalla Sardegna verso altri territori mentre secondo un’altra teoria il Vermentino sarebbe giunto sull’isola durante il periodo della dominazione araba.
Nemmeno l’etimologia regala maggiori informazioni sulle origini del vitigno e si limita a fornire solo una descrizione della pianta. Infatti, il nome Vermentino sembra derivare dalla parola vermena, termine ormai in disuso e utilizzato soprattutto nel Medioevo per indicare un “ramoscello giovane, sottile e flessibile”, che a sua volta deriva dal latino verbena con riferimento a “erbe e ramoscelli di piante sempreverdi”.
Il Vermentino di Sardegna DOC, che comprende una grande varietà di vini, da quelli più strutturati ai più semplici e freschi, va servito in calici di media capacità a tulipano svasato e a una temperatura di 8-10 °C. Per la versione Spumante, da servire a una temperatura di 6-8 °C. e perfetta per accompagnare crostate di frutta, sono invece necessari calici flute.
L’etichetta che accompagna ogni bottiglia di vino deve riportare la menzione della Denominazione di Origine Controllata accanto a tutte le altre indicazioni previste per legge quali:
- Regione determinata da cui proviene il prodotto
- Denominazione del prodotto costituita dall’abbinamento della varietà di vite da cui proviene il vino e dalla zona geografica in cui tale varietà è coltivata
- Volume nominale del vino
- Nome o ragione sociale e sede dell’imbottigliatore
- Numero e codice imbottigliatore che può apparire anche sul sistema di chiusura (tappo o capsula)
- Nome dello Stato
- Indicazione del lotto
- Indicazioni ecologiche.