Fari Sardegna: le sentinelle del mare
I fari in Sardegna sono strutture ricche di fascino e storia, guardiani del mare che segnano il confine tra cielo e terra e rappresentano un prezioso aiuto per i naviganti.
I fari in Sardegna, proprio come i nuraghi, sono un elemento tipico del paesaggio isolano, avamposti solitari che custodiscono le storie del mare e con la loro luce guidano i marinai verso il porto.
Un faro è una struttura, simile a una torre, dotata alla sommità di un sistema, costituito da una lampada e da una serie di lenti, in grado di emettere potenti segnali luminosi percepibili a distanza elevata durante la navigazione costiera. I fari sono considerati i più importanti segnalamenti marittimi e sono chiaramente indicati sulle carte nautiche dove vengono specificate sia l’altezza focale che le caratteristiche del segnale luminoso emesso.
Il nome di queste affascinanti vedette luminose deriva dall’isola egiziana di Pharos che si trova di fronte all’antica città di Alessandria dove, nel III secolo a.C., fu costruita una torre sulla quale ardeva costantemente un fuoco che aiutava i naviganti a non restare intrappolati nella vicina palude di Mareotide.
Oggi, il numero di nuovi fari costruiti è sempre più esiguo e con il tempo le affascinanti torri che svettano sulle onde del mare e hanno resistono all’azione corrosiva della salsedine sono state sostituite da moderni sistemi digitali come il Long Range Navigation (LORAN) e il Global Positioning System (GPS). I fari ancora operativi, invece, sono oggetto di un processo di automazione totale che ha l’obiettivo di ridurre i costi di gestione e manutenzione.
Una figura importante legata all’attività dei fari è quella del guardiano, un compito che nell’antichità era assegnato agli schiavi e nei secoli successivi passò ai monaci prima di diventare un vero e proprio mestiere nell’Ottocento. La funzione dei guardiani era di rifornire il combustile della lampada, accenderla e spegnerla, tenere puliti i vetri delle lenti e delle finestre e mantenere in efficienza il meccanismo di rotazione delle lenti. Con l’evolversi dei sistemi di assistenza e soccorso alla navigazione, il ruolo del farista è stato notevolmente ridimensionato ma non ha mai perso il suo fascino.
Fari Sardegna: i 5 fari più belli e misteriosi dell’isola
Quali sono i cinque più suggestivi fari della Sardegna? Scopriamolo insieme:
- Faro Mangiabarche: il piccolo e solitario faro Mangiabarche si trova sull’omonimo isolotto poco distante dalla costa nord-occidentale dell’isola di Sant’Antioco nel canale che separa quest’ultima dall’isola di San Pietro. Il nome allude alle numerose barche affondate nei pressi dell’isolotto le cui asperità rocciose che emergono dal mare ricordano i denti di un mostro. Per evitare alle imbarcazioni il rischio di incagliarsi nelle rocce che affioravano dall’acqua sull’isolotto fu costruito un faro che venne attivato nel 1935.
- Faro di Capo Spartivento: costruito nel 1866 e ancora in funzione, il faro è uno dei più antichi della Sardegna ed è raggiungibile dalla spiaggia della Baia di Chia tramite una strada sterrata lunga quattro chilometri. Si tratta di un faro d’altura costituito da un edificio alto 19 metri sul quale è posta la struttura del faro rivestita dalla cosiddetta gabbia di Faraday. Ristrutturato nel 2006, il faro di Capo Spartivento viene periodicamente controllato dal personale della reggenza di Cagliari e la struttura sottostante è stata oggetto di un restauro e adibita a Luxury Guesthouse.
- Faro di Capo Sandalo: situato su un promontorio roccioso sull’estremità occidentale dell’isola di San Pietro, nel territorio di Carloforte, quello di Capo Sandalo è il faro più a ovest d’Italia e si erge a 138 metri sul livello del mare. Fu costruito nel 1864 con conci di pietra lavorata a scalpello ed è costituito da una torre circolare alta più di 30 metri costruita al centro di un edificio a due piani. Dotato di una grossa lanterna rotante automatizzata, che emette fasci di luce visibili fino a 34 miglia, il faro all’interno è suddiviso in quattro appartamenti dove un tempo alloggiavano le famiglie dei guardiani, mentre nel basamento si trova ancora oggi un grande forno a legna dove le donne cuocevano il pane.
- Faro dei Cavoli: si trova sul punto più alto dell’isola dei Cavoli, a circa 40 metri, e fu realizzato attorno al 1856, inglobando al suo interno la preesistente torre di avvistamento spagnola risalente al 1591. Il faro dei Cavoli fu costruito con l’obiettivo di garantire un contatto visivo con la torre di Cala Pira, quella dell’Isola di Serpentara, quella di Porto Giunco e dei Porceddus. Costituito da una base a forma di parallelepipedo, il faro conta due piani, in passato riservati agli alloggi degli addetti all’accensione giornaliera, e una torre cilindrica che porta a quota 37 metri d’altezza l’intero edificio. Le pareti sono ricoperte da piccole tessere bianche e dai colori cangianti che vanno dall’azzurro al viola. Oggi, il faro dei Cavoli è utilizzato dal Centro Universitario ricerche scientifiche Isola dei Cavoli dell’Università di Cagliari.
- Faro di Capo di Pula: si trova all’interno della torre del Coltellazzo o torre di Sant’Efisio situata sulla cima del promontorio che domina le rovine dell’antica città di Nora, nel territorio del comune di Pula. La torre, costruita in arenaria calcarea e di struttura tronco-conica, misura circa 11 metri di altezza per 12 metri di diametro alla base ed entrò in funzione nel 1607. Nel settecento l’edificio venne inglobato in un forte, eretto tra il 1722 e il 1728, ma fu dotato di un faro solo nel XIX secolo.
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