Parco Geominerario Sardegna, la memoria storica del patrimonio minerario dell’isola
Il primo parco geominerario del mondo, nato per valorizzare e tutelare l’immenso patrimonio minerario della Sardegna.
La Sardegna custodisce un parco unico al mondo, una realtà straordinaria nel cuore del Mediterraneo: si tratta del Parco Geominerario Storico e Ambientale, memoria storica dell’immenso patrimonio minerario dell’isola nonché custode dell’epopea millenaria dell’attività estrattiva svolta a contatto con la splendida natura sarda.
Si può definire un “giacimento” di sorprese da scoprire, nato per tutelare, recuperare e valorizzare le tracce tuttora ben visibili e presenti dell’archeologia industriale mineraria tra impianti, villaggi operai ormai abbandonati, pozzi di estrazione, chilometri di gallerie, documenti preziosi e antiche ferrovie.
Ma non soltanto: il Parco Geominerario si pone anche come importante strumento per salvaguardare e veicolare la particolare eredità di valori universali, storici e ambientali, capacità professionali, e il patrimonio materiale e immateriale costituito dall’ingegneria mineraria, dal peculiare contesto geologico, dalle competenze tecnico-scientifiche, dai saperi, dalle tradizioni, dagli usi e costumi e dalle vicende legate all’attività estrattiva in Sardegna.
La consistenza dei giacimenti minerari e la varietà dei minerali dell’isola hanno attratto, nel corso dei secoli, l’attenzione dei popoli del Mediterraneo dando vita a un notevole lavoro di estrazione metallurgica e mineraria della durata di ben 9000 anni, suddiviso in sette periodi principali:
- Preistorico;
- Fenicio-Punico;
- Romano;
- Giudicale e Pisano;
- Aragonese – Spagnolo;
- Savoia;
- Moderno.
Il Parco, tra i più ampi ed eterogenei d’Italia, si estende su otto aree che includono una superficie complessiva di circa 4800 chilometri quadrati, che ricade nei territori amministrativi di ben 81 comuni.
Vivere il Parco: i siti visitabili e gli itinerari da non perdere
Il Parco Geominerario è uno dei fiori all’occhiello della Sardegna, ideale per scoprirne un lato inedito e ricco di storia, memoria e tradizione.
Sono sedici i siti visitabili:
- La Grotta di Santa Barbara, tra Iglesias e Gonnesa, dedicata alla patrona dei minatori, grande grotta naturale tra le più antiche d’Italia e d’Europa;
- L’ex miniera di Su Zurfuru, a due chilometri da Fluminimaggiore, immersa in un incantevole paesaggio plasmato da boschi;
- Il Museo dell’ossidiana di Pau, inaugurato nel 2010, l’unica struttura museale in Europa incentrata esclusivamente sull’ossidiana;
- Il Museo Nivola a Orani (Nuoro), dedicato al grande artista Constantino Nivola, che racchiude la più notevole collezione delle sue opere;
- Il Museo dell’Arte Mineraria a Iglesias, che ospita gli esplosivi, le macchine utilizzate per le perforazioni e gli scavi, e le attrezzature per il trasporto del materiale;
- La Miniera di Rosas a Narcao, la seconda più antica concessione mineraria dell’isola;
- Porto Flavia, Miniera di Masua, incredibile opera di ingegneria mineraria unica al mondo;
- Il Museo del Carbone di Carbonia, all’interno della Grande Miniera di Serbariu, con la sala argani, la lampisteria e la galleria sotterranea;
- Il Geo Museo Monte Arci “Stefano Incani” a Masullas, dedicato alla geologia dell’omonimo monte in cinque sale espositive;
- La Miniera di Monteponi a Iglesias, custode delle pagine più significative della storia mineraria dell’isola;
- La Grande Minera di Serbariu, legata al progetto produttivo messo in atto dal governo di Mussolini per fornire indipendenza energetica all’Italia;
- La Miniera di Su Suergiu, tra i territori di Villasalto e Armungia, notevole miniera di antimonio in attività per ottant’anni, la più grande produttrice di questo prezioso minerale;
- La Miniera dell’Argentiera lungo la costa della Murra nel territorio di Sassari, resa celebre per le ambizioni di ricchezza di Honoré de Balzac;
- La Miniera di Funtana Raminosa, nella Sardegna centrale a Gadoni (Nuoro), dove le prime testimonianze minerarie risalgono all’Età del Rame;
- La Galleria Henry, la più importante struttura della Miniera di Planu Sartu (Buggerru, Area Iglesiente), costruita per il trasporto, per mezzo di un treno a vapore, di rame e zinco dai cantieri di estrazione alle laverie di Buggerru;
- La Grande Miniera di Montevecchio che, nei 143 anni di attività, coltivò il più ricco fascio filoniano di zinco e piombo dell’intero settore.
Gli amanti delle escursioni e del trekking potranno inoltre ammirare la bellezza del Parco e delle sue attrattive seguendo sette itinerari di sicuro interesse:
- L’oro bianco dei Sardi: tra i rilievi del Monte Gonare e del Nuorese, cattura lo sguardo la miniera di talco Sa Matta, poco prima di Orani, con i maestosi scavi a giorno;
- I sentieri dell’Ossidiana: lungo il versante orientale del Monte Arci, da non perdere è la cava di Conca Cannas dove è ben visibile un filone di ossidiana;
- Via dell’Argento: la prima tappa è la miniera di Baccu Arrodas, poi si prosegue per San Vito a Monte Narba e infine per Giovanni Bonu con alcuni accessi ancora percorribili con la massima attenzione;
- Il Cammino Minerario di Santa Barbara: da Iglesias, si snoda ad anello lungo i sentieri e le piste battute dai minatori dal Neolitico al Novecento;
- “Miniere e Cervi”: con inizio da San Gavino, a piedi o in mountain bike, il percorso raggiunge Montevecchio seguendo l’antica linea ferroviaria;
- Miniere di Barbagia: a bordo del Trenino Verde, lungo la tratta Mandas-Seui, nel folto della vegetazione da non perdere la possibilità di scorgere la facciata liberty dell’impianto di lavorazione di antracite della Miniera di Corongiu;
- “Tra mare, boschi e miniere”: l’Area dell’Inglesiente dona una costa spettacolare con favolose spiagge, maestose falesie, e un entroterra disegnato da folti boschi punteggiati da miniere suggestive.
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