Gutturu Mannu: un’oasi naturale dal grande valore paesaggistico
Gutturu Mannu è il grande canyon del Sud Sardegna, un ambiente unico e selvaggio particolarmente amato dagli escursionisti, dove dominano la natura incontaminata, i colori e i profumi della macchia mediterranea.
Il Parco Naturale Regionale del Gutturu Mannu, nome sardo che significa “grande gola”, è una delle aree verdi più importanti del Sud Sardegna nonché una delle più grandi d’Italia (35 mila ettari) e si estende nel territorio di dieci Comuni della parte sud-occidentale dell’isola: Pula, Villa San Pietro, Siliqua, Domus De Maria, Uta, Assemini, Santadi, Capoterra, Sarroch e Teulada. Il parco ha tre porte situate a:
- Santadi presso Pantaleo;
- Pula presso Pixinamanna;
- Uta presso Santa Lucia.
Una delle caratteristiche principali del paesaggio di Gutturu Mannu è il susseguirsi di vette, alte oltre i mille metri, che lo compongono:
- Gola del Rio Is Cioffus: costituita da pareti rossastre quasi verticali e ricca di vegetazione selvaggia, la gola durante il periodo delle piogge si riempie d’acqua che forma vere e proprie piscine naturali. I Faraglioni caratteristici di Punta Calamixi sono guglie di granito che impreziosiscono, insieme a un fitto bosco, la gola omonima nella foresta di Is Cannoneris;
- Monte Is Caravius: con i suoi 1116 metri è il più alto del parco. La vetta è interamente coperta dal bosco e il nome, Is Caravius, significa “i biancospini”;
Monte Lattias: il rilievo, il cui nome campidanese significa “lattuga”, è composto da una serie di guglie che disegnano una cresta lunga due chilometri. Nei suoi canali si trovano le ultime tracce di foresta primaria; - Punta Sebera: da qui è possibile ammirare un panorama mozzafiato che va dal golfo di Cagliari fino alla costa sud-ovest della Sardegna.
Quello di Gutturu Mannu è un territorio di grande interesse naturalistico che comprende al suo interno l’omonima foresta demaniale, caratterizzata da una vegetazione arborea-arbustiva a sclerofille sempreverdi, e tre oasi di protezione faunistica: Pantaleo, Gutturu Mannu e Monte Arcosu, di proprietà del WWF che ha inserito l’area tra i 10 “Hot spots” di foresta mediterranea più rappresentativi dell’ecoregione mediterranea.
Inoltre, il complesso forestale è attraversato da numerosi corsi d’acqua, rio su Murru Sirboni, rio su Murru su Zippiri, rio Tronconi Mannu, rio Perdu Secci, rio Moras e canale Ladu, tutti affluenti del principale rio Guturu Mannu.
All’interno del parco si trova anche la bellissima Cascata de Su Spistiddadroxiu che si può facilmente raggiungere attraversando un meraviglioso sentiero, dove si incontrano cascatelle, spiagge e rocce granitiche. Una volta giunti a destinazione, è impossibile restare indifferenti davanti allo spettacolo della natura: le rocce granitiche scivolano in uno strapiombo verticale di una trentina di metri da cui cade l’acqua del rio Fenugus.
Il paesaggio naturale si arricchisce anche della suggestiva fonte perenne di Mitza Fabenas che garantiva in antichità l’acqua agli abitanti del villaggio nuragico Fanebas, le cui rovine oggi sono totalmente avvolte dal fitto bosco di lecci.
Gutturu Mannu: il grande canyon scrigno di biodiversità
Gutturu Mannu, proprio come il Parco dei Sette Fratelli, situato a meno di 40 km da Cagliari, è un autentico scrigno di biodiversità e al suo interno ospita una delle foreste più antiche ed estese dell’area mediterranea.
Il parco è la casa di alcune specie endemiche di elevato valore zoogeografico tra cui il nucleo più numeroso di Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus), il Geotritone dell’Iglesiente (Atylodes genei), il Gatto selvatico (Felis silvestris var. libyca) e l’Astore (Accipiter gentilis arrigonii) endemismo sardo-corso. Il Cervo sardo, in particolare, trova nel parco il suo habitat ideale e dopo aver rischiato l’estinzione, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, grazie a un’azione di ripopolamento e tutela, è passato da una popolazione di 500 esemplari, registrati negli anni ’80, a oltre 2500 esemplari che si aggirano liberi in tutto il parco.
A questi animali si aggiungono i mammiferi, come il riccio, la lepre e il coniglio, le volpi e le donnole, e le specie dell’avifauna che comprendono l’Astore sardo, l’Aquila reale, la Poiana, il Gheppio, le pernici e le quaglie.
Numerosi sono anche gli insetti che popolano l’area: la Limantria, una farfalla notturna, il Sicofante, un bellissimo coleottero dai colori cangianti che variano dal blu, al verde e al rosso, il Cerambice, uno dei più grandi insetti d’Europa che vive nei boschi di querce e se catturato emette un suono molto simile a un guaito.
La flora, invece, composta da oltre 600 taxa e più di 50 specie endemiche, è per lo più caratterizzata da boschi misti di sclerofille sempreverdi mediterranee con prevalenza di leccio, la pianta più rappresentativa di Gutturu Mannu, sughera, ginepro e oleandro. Numerose anche le piante, come mirto e carrubi, e le specie di funghi, tra cui troviamo il il Porcino nero (Boletus aereus), l’Ovulo buono (Amanita cesarea) e la Ramaria arcosuensis, un fungo endemico di recente scoperta.
All’interno del parco trovano spazio anche l’Helichrysun montelinasanum, che si trova solo in Sardegna, alcune specie di orchiedee spontanee e i licheni, come la Lobaria pulmonaria, che popolano le rocce e i tronchi degli alberi.
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