Grotta della Vipera: un luogo suggestivo dal grande valore storico
La Grotta della Vipera è uno dei gioielli più preziosi del vasto patrimonio storico, archeologico, artistico e culturale della Sardegna e uno dei simboli dell’antica città di Cagliari.
La Sardegna è una terra dalla storia plurimillenaria, un luogo magico ricco di miti e leggende, come quella che avvolge la Grotta della Vipera, già nota nel Seicento come Cripta serpentum, un ipogeo funerario romano che si trova nel viale Sant’Avendrace, nei pressi della necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu, a Cagliari.
La tomba, decorata all’esterno da una facciata con due colonne, di cui è sopravvissuto solo un capitello, e frontone, è composta da un pronao e due camere funerarie. La Grotta della vipera è una delle poche testimonianze della necropoli di età romana, costituita da tombe monumentali scavate e variamente modellate nella roccia calcarea, e deve il nome alla presenza di due vipere scolpite sull’architrave della facciata, ai lati di un triangolo.
I due serpenti, che secondo la tradizione popolare sarebbero appunto due vipere, sono posti l’uno davanti all’altro e rappresenterebbero la vita eterna e l’immortalità dell’amore coniugale, ma potrebbero essere anche i simboli della Madre Terra o un richiamo al culto di Iside.
Il valore e l’unicità del luogo furono riconosciuti ampiamente già nel secolo scorso quando famosi studiosi sardi dedicarono particolare attenzione al monumento sepolcrale, tuttavia quello che forse non tutti sanno è che il sepolcro gentilizio fu quasi distrutto durante i lavori di costruzione della strada reale Cagliari-Porto Torres del 1822. A salvarlo fu Alberto Ferrero della Marmora, generale, naturalista, cartografo e politico italiano, il quale impedì che venissero fatte brillare le mine poste in prossimità della grotta, come era avvenuto per un’altra tomba li vicino. Ancora oggi sono visibili nella parete rocciosa i fori per le mine, poi rimasti inutilizzati.
Il generale, nel suo “Itinerario dell’isola di Sardegna”, in merito al monumento, scrisse: “Questa tomba (la Grotta della Vipera) non è più nell’originario stato d’integrità, anche perché da molto tempo si è scavato attorno per estrarre dalla roccia la pietra da taglio, che qui è di buona qualità. Posso dire, senza vantarmi troppo, che sono stato io a fermare nel 1822 la mano distruttrice degli impresari della grande strada reale. Costoro avevano già cancellato una tomba vicina e avrebbero fatto lo stesso con l’altra se non avessi fatto intervenire l’autorità del vicerè per impedirne la completa distruzione.”
L’accesso alla grotta della Vipera è consentito al pubblico, che può visitare la tomba accedendo dal cortile esterno.
Grotta della Vipera: il simbolo di una grande storia d’amore
La Grotta della Vipera, più che per la struttura, è importante per le iscrizioni con le quali sono arricchite le sue pareti: si tratta di dodici poesie, alcune in greco ed altre in latino, che, attraverso riferimenti mitologici e letterari, esaltano la figura di Pomptilla e il suo amore coniugale. Ai componimenti si aggiunge un’iscrizione latina, posta sotto il fregio, che recita: “Ciò che ti sembra un tempio, viandante, copre le ceneri e le piccole ossa di Pomptilla”.
Chi era Pomptilla? Nata a Roma da una famiglia gentilizia, Atilia Pomptilla seguì il marito Lucio Cassio Filippo nel suo esilio in Sardegna, a Cagliari, dopo che l’imperatore Nerone aveva costretto numerosi nemici politici, tra cui Lucio Cassio Longino, padre del marito di Pomptilla, all’esilio forzato. Poco dopo il suo arrivo sull’isola, Lucio Cassio Filippo contrasse la malaria in una forma così aggressiva da far temere per la sua vita.
Atilia vegliò Lucio giorno e notte, rifiutando il cibo e pregando gli dèi affinché salvassero il marito e prendessero la sua vita al posto di quella dell’adorato sposo. Gli dèi, secondo la leggenda, commossi dal coraggio e dall’amorevole devozione della donna accolsero le sue preghiere e così, mentre Lucio iniziava a riprendersi e migliorare giorno dopo giorno, Pomptillia moriva.
Devastato dalla perdita dell’amata moglie, Lucio fece erigere un grande monumento funebre per rendere omaggio alla memoria di Atilia e bandì una gara poetica per componimenti in greco e latino al fine di abbellire la tomba della sua diletta sposa. Le dolcissime poesie dovevano celebrare e commemorare il sacrificio e l’amore di Pomptillia.
La leggenda popolare narra che ancora oggi il il fantasma di Pomptilla comparirebbe spesso nella zona circostante la Grotta della Vipera che, dopo essere stata scoperta e salvata dalla distruzione, è entrata a far parte dell’immaginario collettivo tanto da essere protagonista anche di altre storie e leggende. La più interessante vuole che sotto il tempio si nasconda un tesoro di inestimabile valore, raggiungibile solo percorrendo i cunicoli che si snodano nel sottosuolo. A difendere il tesoro ci sarebbe la tradizionale “Musca Macedda”, un gigantesco insetto dalla puntura mortale che si troverebbe a protezione di altri numerosi tesori presenti sull’isola.
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