Il giardino sonoro di Pinuccio Sciola: un luogo incantato vicino Cagliari
Il giardino sonoro di Pinuccio Sciola è un’oasi magica in cui è possibile ascoltare la voce delle pietre di calcare e del basalto che le sapienti mani del Maestro hanno trasformato in opere uniche e di grande valore artistico.
Uno dei luoghi imperdibili in un viaggio alla scoperta di Cagliari e dintorni è sicuramente il giardino sonoro di Pinuccio Sciola che si trova nel paese-museo di San Sperate a pochi chilometri dal capoluogo sardo.
Il giardino sonoro è uno spazio artistico senza tempo, in continuo divenire e immerso nel verde, dove i visitatori possono scoprire una dimensione inedita in cui convivono arte e natura. L’emozionante passeggiata all’interno dell’agrumeto è un percorso senza segnali né direzioni in cui regnano i suggestivi suoni arcaici, ancestrali e mistici di pietre megalitiche di basalto e calcare, mentre i graniti, nel buio della notte, svelano attraverso la luce radente nuove superfici tridimensionali.
Questo magico museo a cielo aperto, dove i “semi di pietra sono seminati affinché la cultura fecondi la natura. (…) Una natura viva, fino al suo più immobile e silenzioso elemento: la pietra”, seduce, coinvolge e amplifica tutti i sensi attraverso opere che riescono ad essere interattive senza l’aiuto della tecnologia, dialogano con adulti e bambini e sono capaci di parlare tutte le lingue del mondo.
Lo spazio espositivo ospita le seguenti opere:
- Pietrino: l’Opera prima, denominata successivamente Pietrino, fa parte del patrimonio della Fondazione Sciola ed è stato restaurato nel 2018 grazie ai fondi POR FESR 2014-2020 “Creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese”. Pietrino, che nel 1959 valse a Sciola il primo premio della I Mostra d’arti figurative presso La Rinascente di Cagliari, nasce da un parallelepipedo di pietra utilizzato come seduta e ritrae un giovane ragazzo molto simile all’artista.
- Omaggio a Piet Mondrian: l’opera omaggia il pittore olandese famoso per le sue tele con figure geometriche dipinte a campiture omogenee di colori primari che Sciola riproduce perfettamente, conferendo tonalità di grigi differenti al basalto che in questo modo richiama alla memoria le gradazioni cromatiche tipiche delle tele di Mondrian;
- Jazz Stone: si tratta della prima Pietra Sonora presentata al pubblico e il nome deriva dalla manifestazione Time in Jazz in cui fu esposta, celebrata e suonata nel 1996. Nell’opera la precisione dei tagli, netti, profondi e di lunghezze differenti, si contrappone alla superficie del basalto lasciato grezzo, creando un insolito e originale contrasto;
- I Semi: l’opera è il simbolo dell’estro artistico e poetico di Sciola e della sua sintesi concettuale, ovvero la pietra che si schiude in un germoglio e diventa parte integrante di quel paesaggio che Madre Natura ha donato all’uomo. Si tratta di un grande blocco in basalto, la cui lavorazione simula ed evoca l’organo genitale femminile quale generatore di vita. La lavorazione è simile a quella di un’altra opera, “Dentro la pietra”, in cui un’incisione verticale del blocco, netta e perfetta, emerge in un grigio compatto e caldo, creando un contrasto con la pietra lasciata grezza e ridipinta dai colori della natura;
- Pietra Sonora a scacchiera: i tagli di questo grosso monolite in basalto, che ricorda una scacchiera costruita con millimetrica precisione nonostante la superficie non fosse uniforme, non attraversano tutta la pietra ma si fermano sulla parte frontale come la tastiera di un pianoforte. L’opera è stata esposta nella Piazza Inferiore della Basilica di San Francesco ad Assisi;
- Cielo di Pietra: antecedente alla produzione di Pietre Sonore, l’opera si contraddistingue per la particolare forma romboidale attraversata da precisi tagli che sembrano quasi delle corde legate a tenere il monolite. La particolarità della scultura è il contrasto tra le diverse parti che la compongono: in alcuni casi la superficie è lasciata grezza e solo martellata, in altri è lavorata e lucidata;
- Pilastro in basalto con lavorazione apparentemente “a inclusione” che si ritrova nella serie dei “Semi”: l’interno dell’opera è realizzato attraverso un taglio che determina la particolare texture del basalto in contrapposizione con la superficie esterna lasciata grezza. In questa Pietra Sonora la parte interna e quella esterna sono costituite dalla stessa pietra e fanno parte dello stesso blocco;
- Pietra elastica: realizzata con pietra calcarea, la Pietra Sonora presenta da ambo i lati due tipi di lavorazioni: da un lato il caratteristico taglio verticale, dall’altro una texture a scacchiera. Le diverse profondità di taglio determinano suoni e vibrazioni differenti e rendono il calcare intenso, potente, vibrante di un suono cavernoso profondo. Eppure, la prima sensazione che si prova osservando la scultura è che la materia non sia dura come dovrebbe ma, al contrario, si muova perché morbida e malleabile;
- La Vela: l’opera è costituita da tre blocchi in pietra accostati e lavorati da entrambi i lati attraverso un gioco di fenditure, fessure e tagli precisi e profondi. La Vela è un’opera che sembra sempre nuova e diversa in base all’angolazione da cui la si osserva: il bianco opaco e limpido della pietra levigata assume gradazioni dai toni rosati e avorio, mentre i tagli di profondità differente sembrano vibrare e muoversi ad ogni passaggio del Maestrale.
Il giardino sonoro di Pinuccio Sciola: breve biografia di uno scultore
Giuseppe Sciola, conosciuto come Pinuccio, nasce a San Sperate, nel Sud Sardegna, il 15 marzo 1942 da una famiglia di contadini. Nella sua biografia si legge che il Maestro ha sempre sostenuto con orgoglio di aver frequentato “l’Università della Natura”, dalla quale ha ricevuto la più completa e approfondita delle formazioni.
Si avvicina alla scultura in tenera età e nel 1959 partecipa, come autodidatta, alla I Mostra d’arti figurative per gli studenti di ogni ordine e grado nel circolo de La Rinascente a Cagliari, aggiudicandosi una borsa di studio che gli permette di frequentare il Liceo Artistico di Cagliari, grazie all’Opera Prima, denominata successivamente Pietrino.
Dopo il diploma partecipa a numerose mostre, frequenta il Magistero d’Arte di Porta Romana di Firenze e l’Accademia Internazionale di Salisburgo dove ha l’opportunità di seguire i corsi di Minguzzi, Kokoschka,Wotruba, Vedova e Marcuse. Inoltre, grazie ai numerosi viaggi studio per l’Europa entra in contatto con diverse personalità artistiche, tra cui Giacomo Manzù, Aligi Sassu e Henry Moore. Nel 1967 frequenta l’Università della Moncloa a Madrid, mentre l’anno successivo è a Parigi prima di rientrare nella sua Sardegna.
Tornato a San Sperate, Sciola trasforma il paese dalla forte tradizione agricola in un vero e proprio Paese Museo, complici l’esperienza artistica e sociale dei murales e l’entusiasmo della popolazione che si ritrova coinvolta in una delle prime forme di Arte Ambientale e Pubblica in Italia. Nel 1973 si reca, dopo l’invito da parte dell’Unesco, a Città del Messico per conoscere e collaborare con uno dei padri fondatori del muralismo messicano, David Alfaro Siqueiros, dando vita, nel 1975, ad un gemellaggio artistico tra il paese di San Sperate e Tepito, un quartiere popolare di Città del Messico.
Sempre a San Sperate, nel 1984, fonda un Centro Internazionale per la lavorazione della pietra, con l’obiettivo di rilanciare l’arte artigiana e insegnarla ai giovani. Inoltre, nello stesso anno partecipa alla mostra “Pietre e Città” negli spazi della Rotonda della Besana a Milano, dove propone, a fianco delle proprie opere, il frutto del lavoro dei giovani artisti del Centro Internazionale.
Tra gli anni Ottanta e Novanta, le sculture e le installazioni di Sciola sono esposte in Italia e all’estero: da Cagliari a Milano passando per Roma e le sette principali città della Repubblica Federale Tedesca. Senza dimenticare il castello di Ooidonk in Belgio, la III Biennale di Arte Natura di Niederlausitz nei pressi di Berlino, la personale Coeur de pierre nel parco del Trianon Palace di Versailles e il parco verde del Kunst Project di Barendorf, a Vienna.
Dal 1990 al 1996 il Maestro insegna presso l’Accademia di Sassari e contemporaneamente viaggia in Perù e in Cile ed è proprio agli inizi degli anni Novanta che la sua ricerca artistica lo porta a svelare al mondo la magia nascosta nel suono della pietra. In questo periodo nascono infatti le Pietre Sonore, suonate per la prima volta dal percussionista Pierre Favre al Festival Time in Jazz di Berchidda, in Sardegna, nel 1996.
Nello stesso anno le Pietre Sonore sono utilizzate in un concerto di musica elettronica presso il ridotto del Teatro della Scala di Milano, in occasione della prima esecuzione di un lavoro inedito del compositore sassarese Antonio Doro, mentre nel 2000 le opere di basalto e calcare di Orosei sono esposte sia all’Expo internazionale di Hannover che alla Fiera del Libro all’Havana a Cuba.
Nel 2001 viene inaugurato nel parco di Villa Olmo, a Como, un percorso dal titolo Sciola: scultura e suoni di basalto, ma è l’anno successivo che il Maestro entra ufficialmente nella storia della scultura, della musica e dell’architettura italiana, quando il celebre architetto Renzo Piano fa collocare un grande basalto sonoro, simbolo di una musica eterna, nel giardino prospiciente il nuovo Auditorium della Musica a Roma, inaugurato il 21 aprile. Nello stesso mese il Müvészet-MalomSzentendre di Budapest dedica a Sciola una grande mostra antologica intitolata ZenélőKövek (Pietre Sonore).
Instancabile e frenetico viaggiatore, Sciola partecipa ancora una volta alla Biennale di Venezia, espone una nuova serie di monumentali sculture sulla piazza della Basilica Inferiore di Assisi, inaugura una grande mostra personale in Lussemburgo, organizza mostre in tutto il mondo e seminari con gli studenti. Nel 2012 è insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e due anni più tardi cura la scenografia della Turandot di Giacomo Puccini all’interno della nuova stagione operistica del Teatro Lirico di Cagliari.
Pinuccio Sciola muore il 13 maggio 2016. Al funerale partecipano più di 8.000 persone in un paese vestito di bianco, con lenzuola e drappi appesi alle finestre e balconi, per ricordare quella rivoluzione artistica che ha trasformato San Sperate in un paese-museo dove ancora oggi, attraverso il magico mondo del Giardino Sonoro, si celebra la filosofia di vita e la ricerca artistica del Maestro.
Come raggiungere il giardino sonoro di Pinuccio Sciola?
Il Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola si trova in via Oriana Fallaci a San Sperate in provincia di Cagliari a circa 30 chilometri di distanza dal capoluogo sardo.
Il museo è aperto tutti giorni dalle 10:00 alle 20:00 e la biglietteria chiude alle 19:00.
Gli ingressi sono contingentati e scaglionati ogni ora ed è obbligatorio indossare la mascherina all’interno del Giardino Sonoro.
Per maggiori informazioni è possibile inviare una mail a ungiornoasansperate@gmail.com o contattare il numero di telefono +39-3245875094.
Dal giardino sonoro di Pinuccio Sciola al Castello di San Michele
Dal 13 maggio al 3 ottobre 2021, il Castello di San Michele di Cagliari ospita la mostra Madre Pietra, la natura, la scultura, la città, una grande antologica dedicata all’opera di Pinuccio Sciola a cinque anni dalla sua scomparsa
L’esposizione, curata da Simona Campus e Tiziana Ciocca, in collaborazione con Maria Sciola, approfondisce gli sviluppi di una costante ricerca condotta sulle potenzialità espressive dei materiali e delle loro prerogative primordiali, nell’orizzonte del tempo senza tempo, delle origini del mondo e dei suoi infiniti cicli.
Realizzata grazie al partenariato con la Fondazione Sciola, la mostra, grazie ad un corpus di materiali che comprende alcune opere inedite, costituisce una preziosa occasione per richiamare l’attenzione sul legame dello scultore con la città di Cagliari e sarà arricchita da attività didattiche dedicate ai gruppi e al pubblico libero di tutte le età.
Per prenotare è possibile contattare il Castello di San Michele al numero 070 15240479, scrivere all’indirizzo email castellosanmichele@consorziocamu.it o compilare l’apposito modulo online.
Le visite sono organizzate in modalità di fruizione contingentata nel rispetto delle misure anti-Covid. Il tempo di visita è di 1 ora per un massimo quindici persone per turno, inoltre per accedere al Centro d’Arte è necessario indossare la mascherina FFP2 o chirurgica.
A partire dal mese di giugno, la mostra è visitabile dal martedì alla domenica nei seguenti orari: 10.00-13.00 e 16.00-21.00. Lunedì chiuso.
Il biglietto Intero ha un costo di 6,00 €, mentre il prezzo del ridotto è di 4,00 € (over 65 e studenti muniti di documento). L’ingresso è gratuito per portatori di handicap, accompagnatori e bambini fino ai 7 anni.
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