Sa Jara Manna: un’isola nell’Isola
Un altopiano con animali e piante rare: Sa Jara Manna è un unicum mondiale
Uno dei luoghi più magici della Sardegna è sicuramente Sa Jara Manna. Si tratta di un altopiano basaltico ai confini della Marmilla col Sarcidano, che domina il paesaggio circostante grazie ai suoi 550 metri di altezza media.
Famosa per costituire l’habitat dei celebri cavallini, ovvero gli ultimi cavalli selvaggi d’Europa, la Giara è considerata un biotopo di importanza nazionale, grazie ad alcune caratteristiche geografiche, ambientali e socio-culturali uniche.
Genesi e storia della Sa Jara Manna
Con ogni probabilità il termine “giara” deriva dal latino “glarea”, ovvero ghiaia, parola che sta ad indicare la pietrosità del suolo. Essa si è formata circa due milioni di anni fa grazie alle colate laviche eruttate sopra un basamento arenarico da due crateri oggi spenti, ma ancora ben visibili: Zepparedda (la vetta dell’altopiano, alta 609 metri) e Zeppara Manna (il punto più panoramico). Le due eruzioni, avvenute con una distanza temporale di 700 anni l’una dall’altra, hanno ricoperto la valle esistente formando una grande pianura basaltica.
L’altopiano si trova in posizione sopraelevata rispetto alle colline circostanti, ma non perchè si sollevò rispetto al territorio limitrofo: piuttosto fu quest’ultimo ad abbassarsi, eroso dall’azione dell’acqua e del vento. Il tavolato invece non è stato intaccato dall’erosione: il basalto è una roccia molto resistente.
Rispetto alle altre giare “minori” di Serri e Siddi, viene definita “manna”, cioè “grande”, per via della sua estensione di circa 45 km quadrati. Metà di essa ricade nel comune di Gesturi (e per questo motivo viene anche chiamata Giara di Gesturi), l’altra metà è suddivisa tra Genoni (1600 ettari), Tuili (450) e Setzu (250).
La sua area, che forma un ecosistema caratterizzato da animali e piante rare, interessa anche altri piccoli paesini, come Albagiara, Assolo,Genuri, Gonnosnò, Nuragus, Senis e Sini, ognuno dei quali custodisce al suo interno siti naturalistici, archeologici, artistici e musei etnografici, raggiungibili percorrendo itinerari a piedi, in bici o a cavallo.
Nel corso dei secoli, proprio perchè naturalmente una fortezza inespugnabile caratterizzata da pareti a scarpata simili a bastioni, la Giara è stata a lungo una difesa importante contro gli invasori. Le tracce disseminate nell’altopiano testimoniano di un passato remotissimo. Sulla sommità si contano 24 nuraghi, per lo più monotorre. Tra questi, nel ciglio sud-orientale spicca il Bruncu Madugui, che è il più imponente protonuraghe sardo. Da menzionare anche Pranu Omus a Genoni, Santa Luisa a Tuili, San Lussorio ad Albagiara e il nuraghe Scab’i Ois, vicino alla sorgente del parco di Cracchera.
Inoltre, la Giara è attraversata dal tratto di strada romana selciata più lungo della Sardegna: ben sette km. Non a caso già nel Medioevo i pastori frequentavano l’altopiano, attraversando le impervie mulattiere dette “scalas”. Le pinnetas, rifugi simili a capanne nuragiche, erano le loro case.
Sa Jara Manna: un ecosistema naturale unico al mondo
Dal 1995, la Giara è divenuto un sito di interesse comunitario. Il patrimonio floro-faunistico qui presente è scomparso altrove: sono diffusi boschi rigogliosi con querce da sughero (spesso “costrette” a crescere oblique per l’azione del maestrale), lecci, roverelle, corbezzoli, lentischi e mirto. Durante la stagione primaverile crescono l’elicriso, gli asfodeli e cisti in fiore, distese di ciclamini e orchidee e la morisia, una pianta endemica che dà il nome al giardino botanico del parco.
Sempre a livello naturalistico, sono spettacolari i cosiddetti is paulis, depressioni dove ristagna l’acqua piovana: in primavera questi stagni si ricoprono di un manto bianco di ranuncoli, in estate si prosciugano e appaiono come distese “lunari”. In autunno le piogge li colorano del rosso cupo delle tamerici, mente in inverno sono rivestiti di un sottile strato di ghiacchio. In alcuni casi, gli is paulis durano tutto l’anno, come ad esempio i due pauli maiori. Al loro interno è presente una ricca microfauna, composta prevalentemente da minuscoli crostacei, veri e propri “fossili viventi” immutati da milioni di anni, ma sono presenti anche uccelli come il falco di palude, il cavaliere d’Italia e il germano.
Celebri sono i cavallini della Giara, assolutamente un caso unico in Europa di colonia equina selvaggia. Galoppano tra i cespugli in piccoli gruppi, si abbeverano nei pauli e si nutrono prevalentemente di ranuncoli. Oggi sono circa 700 gli esemplari che pascolano nella Giara allo stato brado. Oltre ai famosi cavallini, la fauna dell’altopiano è completata da cinghiali, donnole, lepri, martore, volpi e 60 specie di uccelli.
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