Sud Sardegna: il connubio perfetto tra mare e montagna
Il Sud Sardegna non ha niente da invidiare ad altre zone dell’isola e tra antichi borghi, enormi massicci montuosi, incantevoli spiagge, parchi archeologici e paesaggi mozzafiato offre la possibilità di vivere esperienze davvero indimenticabili.
Il Sud Sardegna conserva la bellezza selvaggia dell’isola, dove il profumo del mare si mescola a quello della natura incontaminata, creando un mix avvolgente e inebriante che racconta l’anima più autentica dell’isola.
La Sardegna, paradiso nel cuore del Mediterraneo, incastonata tra mare e montagna, grazie alla sua particolare conformazione è la meta ideale non solo per gli amanti del sole e del relax ma anche per gli appassionati di natura e storia antica che vogliono immergersi nel fascino incontaminato e selvaggio dell’isola.
Spiagge meravigliose baciate dallo splendido mare di Sardegna, stagni e saline, resti archeologici e ambienti naturali di eccezionale bellezza, maestose montagne e affascinanti grotte sotterranee, scorci incantevoli e paesaggi fiabeschi: la zona meridionale dell’isola è la destinazione perfetta per qualsiasi tipo di vacanza.
Scopriamo insieme quali sono i dieci posti più belli da visitare nel Sud Sardegna.
Sud Sardegna: 10 posti incredibili da vedere ed esplorare
Ecco quali sono i dieci luoghi del Sud Sardegna da visitare almeno una volta nella vita:
- Costa Verde: terra dalla storia geologica antichissima, la Costa Verde si trova nella parte Sud Occidentale dell’isola ed è uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna. L’area, che si estende per circa 47 chilometri da Capo Frasca a nord fino al promontorio di Capo Pecora a sud, è un paradiso incontaminato fatto di paesaggi mozzafiato, dove a immense spiagge e maestose dune di sabbia dorata si alternano cale rocciose protette da imponenti scogliere. La Costa Verde deve il suo nome alla lussureggiante vegetazione che avvolge il litorale e comprende in prevalenza lentisco, ginestra, corbezzolo, e ginepri plurisecolari. Una delle località più famose del territorio è Piscinas, un vero e proprio deserto formato da dune sabbiose che raggiungono un’altezza di circa 100 metri e sono modellate dai venti che soffiano dal mare.
- Massiccio dei Sette Fratelli: il complesso montuoso si trova nella Sardegna sud-orientale, nelle regioni storiche del Sarrabus e del Campidano, ed è compreso nei territori dei comuni di Burcei, Sinnai, San Vito e Castiadas. Il massiccio fa parte del Parco dei Sette Fratelli-Monte Genis e al suo interno è presente l’omonima foresta demaniale, una delle aree verdi più grandi e importanti della Sardegna, dove si trovano numerosi endemismi botanici e specie animali a rischio estinzione. La vegetazione è piuttosto varia e comprende, tra gli altri, lentischio, ginepro fenicio, euforbia arborea, olivastro, corbezzolo, viburno e ginestra corsa. Le montagne sono l’habitat naturale del cervo sardo ma sono anche il rifugio dell’aquila, della martora, della lepre sarda, del cinghiale, della pernice e della volpe.
- Capo Carbonara: è il promontorio situato nella Sardegna sud-orientale a poca distanza dalla rinomata località turistica di Villasimius. Lungo 3,5 km e largo circa 1,8 km, sui due versanti del promontorio si trovano alcune delle attrazioni turistiche più importanti dell’isola: il porticciolo di Villasimius con la spiaggia, i resti di un’antica fortezza, punta Santo Stefano, la frazione di Santa Caterina con la sua caletta, la baia di Is traias, la splendida spiaggia di Porto Giunco e l’omonima torre di avvistamento, lo stagno di Notteri, un’oasi naturalistica di grande interesse che ospita fenicotteri rosa, falchi pellegrini, calandri e marangoni, e la piccola spiaggia di Cava Usai che deve il suo nome alla vecchia cava di granito utilizzata fino al 1950. Inoltre, davanti al promontorio, a circa 800 metri a sud-est, si trova l’isola dei Cavoli chiamata in sardo Isula de is Càvurus che significa “isola dei granchi” in riferimento alla presenza sull’isola di numerosi crostacei. Capo Carbonara è uno scrigno di biodiversità che conta una gran varietà di specie marine, praterie di Posidonia oceanica e un vero e proprio museo sott’acqua con relitti di ogni epoca, dalle galere romane ai moderni cargo, che giacciono sui fondali.
- Isola di Sant’Antioco: conosciuta in epoca Romana con il nome di e Insula Plumbaria, l’isola di origine vulcanica si trova all’estremo sud ovest della Sardegna a cui è legata da un ponte e da un istmo artificiale. La costa occidentale è prevalentemente rocciosa con pareti verticali o molto ripide a falesia intervallate da affascinanti grotte marine e poche ma grandi spiagge. Al contrario, sul lato orientale la costa si presenta bassa e sabbiosa e nel punto di istmo assume un aspetto lagunare mentre a sud il paesaggio è caratterizzato da grandi spiagge delimitate da tomboli e dune. Il territorio, abitato sin dall’età nuragica, fu conquistato prima dai Fenici, che attorno al IX secolo a. C. fondarono la città di Sulky, e successivamente dai Cartaginesi e dai Romani. Subì anche il dominio pisano e aragonese prima di venire annessa al Regno di Sardegna dei Savoia secondo quanto stabilito dal trattato di Ultrecht del 1713. Sulle alte falesie occidentali di Sant’Antioco, verso il mare aperto, nidifica il falco della Regina che in autunno migra in Madagascar e in Africa mentre gli stagni e le lagune dell’isola ospitano fenicotteri rosa, cormorani, gabbiani e altre specie di uccelli acquatici.
- Isola di San Pietro: abitata sin dalla preistoria, l’isula ‘e Sàntu Pèdru si trova nella penisola del Sulcis, nella parte sud-occidentale della Sardegna, e il suo unico centro abitato è la località di Carloforte. Il nome dell’isola, che fu anche centro fenicio e greco, è il simbolo della devozione popolare verso San Pietro che, secondo la leggenda, qui approdò nel 46 d.C. La vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea ed è caratterizzata dalla presenza di cisto, mirto, lentisco, corbezzolo, ginepro e palma nana, detta anche palma di San Pietro, l’unica palma spontanea d’Europa. Inoltre, nei luoghi meno esposti al maestrale si trovano boschi naturali di pino d’Aleppo mentre in alcune zone sono presenti rari endemismi come l’astragalo marittimo. Particolarmente amata dagli appassionati di trekking, l’isola è un vero e proprio paradiso naturale con le sue le meravigliose spiagge incontaminate e le scogliere alte e frastagliate che si tuffano nel mare verde smeraldo. A giugno di ogni anno, l’isola di San Pietro ospita il Girotonno, l’importante evento gastronomico internazionale dedicato al tonno rosso.
- Chia: frazione del comune di Domus de Maria, la Baia di Chia è uno dei più importanti siti archeologici della Sardegna meridionale. Prima villaggio nuragico, poi città fenicia e in seguito centro punico e romano, l’antico insediamento di Bithia fu abbandonato agli inizi del VII secolo d.C. quando la popolazione cercò rifugio nell’entroterra per fuggire agli assalti dei pirati. Qui si possono ammirare i resti portati alla luce da una mareggiata nella prima metà del Novecento: un tophet punico, alcune abitazioni e la strada che collegava Chia alla città di Nora. La costa di Chia è una delle più incantevoli della Sardegna con spiagge di sabbia chiara, fine o grossolana, che si alternano a piccoli promontori rocciosi cui si aggiungono gli stagni di Chia a est e gli stagni di Su stainu de S’acqua Drucci, Su Stangioni de su Sali e di Campana a ovest. Tra i principali punti d’interesse della zona ci sono la Torre di Chia, situata sul promontorio omonimo ed eretta nel 1578, l’isolotto Su Cardulinu, raggiungibile a piedi dalla spiaggia del Porticciolo, la spiaggia di Su Giudeu, una delle più belle spiagge della Sardegna, e Cala Cipolla, una piccola spiaggia raggiungibile solo a piedi da cui parte un sentiero che conduce all’antico faro, ancora in funzione, di Capo Spartivento.
- Grotta di Su Mannau: il complesso carsico creatosi nel periodo Cambriano, ovvero 540 milioni di anni fa, si trova nella Sardegna meridionale e più precisamente nel territorio del comune di Fluminimaggiore. L’antro si snoda in due rami principali originati da due corsi d’acqua sotterranei, il fiume Placido a sinistra e il fiume Rapido a destra, ha una lunghezza totale di 8 chilometri e il punto più alto è di 153 cm. All’interno della grotta sono presenti numerose sale impreziosite da concrezioni, stalattiti e stalagmiti, di cui la più alta misura 11 metri, maestose colonne di 15 m, cristalli di aragonite e laghi sotterranei. La cavità carsica, oltre ad essere un’area di grande interesse speleologico, è interessante anche dal punto di vista archeologico poiché al suo interno sono stati ritrovati i resti di alcune lucerne votive ad olio di origine nuragica a cui si aggiungono manufatti di epoca fenicia e romana. Secondo gli studiosi, la Grotta di Su Mannau anticamente fu un tempio ipogeico dove i sacerdoti nuragici praticavano antichi riti legati all’acqua.
- Grotte di Is Zuddas: si trovano nella parte sud-occidentale dell’isola, in territorio del comune di Santadi, nella regione del Sulcis da cui dista circa sei chilometri. Scoperta nel 1971 dagli speleologi, la grotta si sviluppa all’interno del monte Meana, un massiccio costituito da rocce dolomitiche risalenti a 530 milioni di anni fa, e si compone di diverse sale, collegate tra loro da gallerie e cunicoli, che si distinguono l’una dall’altra per le dimensioni e le diverse tipologie di straordinarie e imponenti concrezioni. Infatti, all’interno è possibile ammirare da vicino stalattiti, stalagmiti, colonne, colate, cannule e rari cristalli di aragoniti aghiformi che gli speleologi chiamano “fiori di grotta”. Nella grotta la temperatura costante è di 16 gradi con un tasso di umidità vicino al 100% e nella parte iniziale della cavità si possono osservare i resti scheletrici del Prolagus sardus, ossia il prologo sardo, un lagoforme delle dimensioni simili a quelle di una lepre estintosi circa 400 anni fa e presente solamente in Sardegna e in Corsica.
- Isola di Serpentara: situata a circa 4 km a sud-est della Sardegna, l’isola è completamente disabitata e dipende amministrativamente dal comune di Villasimius. Fa parte dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara, che regolamenta la navigazione, la pesca e le immersioni subacquee, e deve il suo nome alla forma allungata della costa orientale che ricorda la coda di un serpente. L’isola è di roccia granitica e nel suo punto più alto, a 54 metri sul livello del mare, si trova la torre di San Luigi che durante la dominazione spagnola fu impiegata come torre di avvistamento delle navi saracene che cercavano di invadere il territorio del Sarrabus. Nella parte settentrionale dell’isola si possono ammirare i grandi scogli chiamati Variglioni mentre a sud sono presenti ammassi di graniti gialli, grigi e rosati plasmati dal vento. L’isola di Serpentara è un biotipo sottoposto a tutela comunitaria ed è raggiungibile via mare con la propria imbarcazione o con il servizio turistico dal porticciolo di Villasimius, dal quale dista circa 14 chilometri.
- Nora e il parco Archeologico di Pula: situata a poche decine di chilometri a sud-ovest di Cagliari, sul promontorio di capo Pula, Nora è stata la prima città fenicia della Sardegna e fu uno dei più principali porti dell’isola grazie alla sua posizione strategica. Il sito di Nora è stato abitato sin dall’età del bronzo e i nuraghi presenti nel territorio circostante, come quello di Sa Guardia Mongiasa a cui si aggiungono il complesso di Antigori e di Sarroch, dove sono state recuperate ceramiche micenee, rafforzano la tesi della presenza nuragica a Nora. Tra i resti più antichi ritrovati nell’archeologica ci sono le tombe, databili tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C., e la stele di Nora, oggi conservata al Museo archeologico nazionale di Cagliari, un blocco di pietra arenaria dove compare per la prima volta il nome Shrdn, ovvero Sardegna. All’interno del sito si trovano anche il tophet, un santuario fenicio-punico, resti del tempio di Tanit e alcuni impianti artigianali nella zona più vicina al mare. Dell’epoca romana sono invece il foro, il teatro e l’anfiteatro, alcune abitazioni e gli impianti termali. Nora è anche il luogo del martirio di Sant’Efisio a cui è dedicata la chiesa eretta nel 1089.