Orto Botanico di Cagliari: tra piante rare e testimonianze di epoca romana
L’Orto Botanico di Cagliari è il polmone verde della città e ospita circa 2000 specie vegetali originarie dal Mediterraneo cui si aggiungono piante succulente e tropicali provenienti da ogni parte del mondo.
“In mezzo all’erba, sotto gli alberi, nei vasi grigi delle nicchie, si scorgevano pennellate bianche, d’oro, di porpora; sopra la sua testa gli alberi erano rosa e bianchi, e ovunque si udivano battiti d’ali, suoni flautati, ronzii, dolci profumi”. Le parole tratte dal libro The Secret Garden, della commediografa e scrittrice britannica Frances Hodgson Burnett, sembrano scritte per raccontare uno dei luoghi più suggestivi del Sud Sardegna: l’incantevole Orto Botanico di Cagliari, uno dei più importanti d’Italia.
L’orto botanico di Cagliari, appartenente al Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari, è situato in via Sant’Ignazio da Laconi, nel quartiere Stampace, uno degli storici quartieri di Cagliari, e occupa la porzione inferiore della Valle di Palabanda, il cui fondo si allarga dalla porzione più elevata, che ospita le Roccaglie della Biodiversità, sino all’ingresso situato nella parte più bassa, dove si trova il settore delle Gymnospermae.
L’ampio spazio verde nel centro della città, al cui interno si trovano migliaia di specie vegetali, anche molto rare e provenienti da tutto il mondo, sorge su un’area archeologica compresa tra l’Anfiteatro Romano, l’Orto dei Cappuccini e la cosiddetta Villa di Tigellio, dove sono conservati i resti di alcune domus romane e di un edificio termale.
Inoltre, nell’Orto Botanico si trovano anche tre cisterne a bottiglia di epoca romana in buono stato di conservazione, di cui una visitabile, alcune vasche, probabilmente di origine romana, e un pozzo quasi certamente più recente.
Il giardino, che ha un’estensione di 5 ettari, confina con l’Anfiteatro Romano lungo il lato di nord-est nella parte alta della valle, con il Dipartimento universitario di Economia e Commercio a nord, con il Viale S. Ignazio da Laconi lungo i lati nord e ovest e con l’Ospedale Civile lungo il lato est e sud-est.
Orto Botanico di Cagliari: breve storia della nascita di un giardino incantato
Il primo tentativo di realizzare un orto botanico nell’antica città di Casteddu, risale all’impianto realizzato tra il 1752 ed il 1769 in un quartiere ad est del capoluogo sardo, Su Campu de Su Rei (Il campo del Re), nell’attuale quartiere Villanova, in un luogo che successivamente aveva mantenuto a lungo la denominazione di Sa Butanica (la botanica).
La realizzazione di questo primo progetto, per il quale venne utilizzata la mano d’opera dei forzati del bagno penale di S. Bartolomeo, fu interrotta nel 1763 a causa delle spese ritenute eccessive dal governo ed infine abbandonata in seguito a un’ispezione che ritenne il terreno “sabbioso, incapace di ogni prodotto, assolutamente inetto allo scopo”.
Nel 1820, nella valle di Palabanda, tra l’Anfiteatro Romano e la villa di Tigellio, fu individuato il terreno dove oggi sorge l’attuale Orto Botanico. Quella del terreno di Palabanda è una storia lunga e intricata che comincia nel XVI secolo quando l’appezzamento fu donato al celebre medico Porcell da Filippo II, in riconoscenza dei servigi prestati in Spagna. In seguito, il terreno divenne proprietà dell’Ordine dei Gesuiti, che lo adibirono probabilmente a colture orticole e a giardino, prima di diventare parte, nel 1778, del Reale Patrimonio.
Dieci anni più tardi Stefano Barberis ottenne la concessione per impiantarvi un vivaio di gelsi comprendente anche uno stabilimento per l’allevamento dei bachi da seta che proseguì la sua attività sino al 1793 quando il Barberis, originario di Brá (Cuneo), dovette abbandonarlo in seguito alla cacciata dei piemontesi dall’isola. Alcuni anni dopo, la proprietà passò all’Avv. Salvatore Cadeddu che fece impiantare tre ettari di vigneto e utilizzò il caseggiato allora esistente. In questa casa, della quale oggi non rimane più traccia, fu organizzata e scoperta la congiura di Palabanda che aveva l’obiettivo di rovesciare il trono di Vittorio Emanuele I. L’Avv. Cadeddu, ritenuto uno dei promotori della congiura, fu catturato ed impiccato nella vicina Piazza d’Armi.
Il terreno di Palabanda, considerato parte di una zona malfamata, fu abbandonato e adibito a discarica pubblica fino al 1851 quando l’Università, grazie all’interessamento del Prof. Meloni Baille, trattò l’acquisto dell’appezzamento destinato ad ospitare l’Orto Botanico di Cagliari. Il progetto fu affidato all’architetto Gaetano Cima e, dopo l’approvazione ministeriale, i lavori iniziarono sotto la guida del noto botanico Patrizio Gennari, coadiuvato da Giovanni Battista Canepa, già giardiniere presso l’Orto Botanico di Genova.
L’Orto Botanico fu inaugurato da Gennari il 15 novembre del 1866 e attorno al 1874 poteva già mettere in commercio 193 piante diverse. Ai primi anni del Novecento, l’istituzione scientifica raggiunse il suo pieno sviluppo, contando 400 piante acclimatate, “provenienti dalle Indie occidentali e America australe (116), America boreale (64), Africa australe e Madagascar (66), Africa boreale, Arabia e Isole Atlantiche (30), Indie orientali, Cina e Giappone (92), Australia, Malaja e Isole Oceania (62)”.
Durante la seconda guerra mondiale l’orto, che era sede di un battaglione di cavalleria, nei primi mesi del 1943 fu bombardato. La biblioteca e l’erbario, precedentemente trasferiti in una chiesa sconsacrata a Ghilarza, in provincia di Oristano, si salvarono. Terminato il conflitto, occorsero molti anni di duro lavoro per ripristinare la funzionalità dell’istituzione.
In tempi più recenti, tra la metà degli anni ’90 e il 2005 l’Orto Botanico di Cagliari ha vissuto una stagione di rinnovamento, durante la quale numerose strutture sono state aggiunte, restaurate, rifatte ex novo o rese agibili: Orto dei semplici, Serra Martinoli, Cupola e ingresso della Grotta Gennari, Fontana Pampanini, Cava romana, Serra d’Amato, Centro Conservazione Biodiversità, Roccaglie della Biodiversità, Museo Botanico.
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