Cripta di Santa Restituta Cagliari: uno dei monumenti più suggestivi del capoluogo sardo
La cripta di Santa Restituta a Cagliari custodisce una storia lunga secoli ed è un ipogeo situato sotto l’omonima chiesa costruita nel XVIII secolo in stile barocco.
La cripta di Santa Restituta Cagliari, un ipogeo in parte grotta naturale e in parte scavato nella roccia, si trova al di sotto dell’omonima e piccola chiesa che sorge in Stampace, uno degli storici quartieri di Cagliari.
La chiesa di Santa Restituta, raggiungibile percorrendo la stretta via Sant’Efisio che costeggia il fianco sinistro della parrocchiale di Sant’Anna, fu costruita sul vasto ambiente ipogeico nel XVII secolo grazie al contributo di Salvatore Mostallino, protomedico del Regno di Sardegna.
La facciata si presenta con un terminale a doppio inflesso, detto “a cappello di carabiniere”, tipico di molte chiese barocche, mentre il portale è architravato e sormontato da un timpano ricurvo spezzato e da un oculo modanato. L’interno è a navata unica voltata a botte con tre cappelle laterali e presbiterio rialzato.
La grotta su cui è stata edificata la chiesa ha una forma irregolare allungata ed è costituita da una sala principale collegata ad ambienti minori, alcuni dei quali ricavati dallo sfondamento e annessione di antiche cisterne, da stretti passaggi e all’esterno da due scalinate scavate nella roccia.
Qui si impiantò il culto di Restituta di Teniza, conosciuta anche come Restituta d’Africa, una santa berbera vergine e martire, venerata in tutta Italia a partire dall’Alto Medioevo. Originaria di Cartagine, o forse di Tenizia (attuale Biserta in Tunisia), Santa Restituta fece parte dei martiri di Abitinia, giustiziati nel 304 d.C. in Africa per non aver rinunciato alla loro fede, e secondo gli studiosi le sue reliquie giunsero nell’antica città di Casteddu portate dai vescovi esiliati nel VI da Trasamondo, re dei Vandali e degli Alani.
Tuttavia, alcuni storici sostengono che i resti ritrovati nella cripta appartengano ad un’altra santa omonima, ovvero la madre di Sant’Eusebio di Vercelli: una biografia del santo, risalente al VIII, sostiene infatti che la donna subì il martirio in Sardegna e secondo la tradizione popolare fu proprio la cripta il luogo in cui venne imprigionata.
Cripta di Santa Restituta Cagliari: da luogo di culto a rifugio antiaereo
La cripta di Santa Restituta Cagliari, simbolo del pittoresco quartiere di Stampace, ha vissuto molte vite come dimostrato dai numerosi reperti portati alla luce durante i lavori di restauro degli anni Settanta del XX secolo.
In origine, la grotta fu utilizzata come cava di materiali in età tardo-punica, poi convertita in un luogo di culto pagano e successivamente usata come deposito di anfore fino al I secolo d.C. prima di essere abbandonata per circa dodici secoli.
A partire dal XIII secolo, l’ipogeo accolse la chiesa di rito bizantino-ortodosso, di cui rimane un affresco raffigurante San Giovanni Battista, probabilmente parte di un complesso pittorico molto più ampio che ricopriva tutte le pareti, a cui fece seguito un altro periodo di abbandono durato fino al XVII secolo.
Nel 1614, durante le campagne di ricerca delle reliquie dei santi martiri, all’interno della cripta furono ritrovati i resti di Santa Restituta, portati in Sardegna probabilmente già dal V sec. d.C. dall’Africa settentrionale. In seguito alla scoperta delle reliquie, il vescovo Francisco de Esquivel ordinò la ristrutturazione della cripta, con la costruzione di un altare maggiore in laterizio, che ospita la statua di Santa Restituta, e di una piccola cripta sottostante che doveva accogliere la colonna del martirio. Inoltre, nel 1620, il ritrovamento sotto la cripta di altri presunti corpi di santi portò ad un ulteriore abbellimento dell’ambiente a cui fu aggiunto il grande altare della cappella di fondo, delimitato da un grande arcone ornato con fioroni e punte di diamante.
Va ricordato che nel corso del Seicento gli arcivescovi di Cagliari e Sassari si contendevano il titolo di primate di Sardegna e organizzavano scavi sia nelle antiche necropoli che nei luoghi di culto dei martiri allo scopo di ritrovarne le reliquie e dimostrare la superiorità della propria diocesi.
In questo periodo, oltre alla cripta di Santa Restituta, furono eseguiti dei lavori presso il santuario dei Martiri, la parte artisticamente e storicamente più importante della cripta della cattedrale di Santa Maria a Cagliari, e la cripta della basilica medievale di San Gavino a Porto Torres, vicino a Sassari.
Nel corso della seconda guerra mondiale, l’ipogeo situato sotto la chiesa di Santa Restituta fu utilizzato come rifugio durante i bombardamenti aerei angloamericani, come testimoniato da una lapide posta all’esterno, e le reliquie della santa vennero nascoste nella chiesa di Sant’Anna dove sono tuttora conservate.
Vuoi immergerti nella storia della cripta di Santa Restituta e vivere una vacanza all’insegna dello charme e dell’eleganza? Prenota un soggiorno a Palazzo Doglio a Cagliari