Basilica di Santa Croce: un monumento simbolo della storia di Cagliari
La Basilica di Santa Croce di Cagliari è uno dei gioielli del grande patrimonio storico-architettonico del capoluogo sardo e dal 2008, ogni domenica mattina, ospita la celebrazione della messa in latino secondo il rito romano straordinario.
Tra i posti più suggestivi e interessanti da visitare a Cagliari e dintorni c’è la Basilica di Santa Croce, un luogo di culto ricco di storia che prima di diventare chiesa fu una sinagoga.
La Basilica di Santa Croce sorge in Castello, uno degli storici quartieri di Cagliari, e per ammirarla bisogna addentrarsi nel cuore della città e accedere al quartiere medievale dal bastione Saint Remy: una volta attraversata la torre dell’Elefante, percorrendo il bastione santa Croce in direzione del Ghetto degli Ebrei, si raggiunge lo storico e maestoso edificio.
La chiesa monumentale di Cagliari si trova nello spazio delimitato dalla omonima via, da via Corte d’Appello e dalla piazzetta Santa Croce, dove si apre l’ingresso principale del santuario, e la posizione rende difficile fotografare l’intera facciata dell’edificio poiché si può indietreggiare solo di pochi passi nel sagrato. Inoltre, annesso alla basilica c’è il vasto complesso dell’ex collegio gesuitico che nel corso dei secoli ha ospitato il monte di Pietà, la stamperia, il tribunale, la corte d’appello, la facoltà di Lettere dell’Università di Cagliari e, oggi, quella di Architettura.
La facciata della basilica è costituita da due ordini separati da un’alta fascia che prosegue sui due prospetti laterali. Nell’ordine inferiore il portale, che si apre in cima a una piccola scalinata, è sormontato da un timpano curvilineo, mentre l’ordine superiore, incorniciato da due coppie di lesene doriche, si divide in cinque specchi. La chiesa è dotata anche di due campanili: uno a vela parallelo alla facciata, l’altro a torre con canna quadrata sormontato da una cupola orientaleggiante.
L’interno dell’edificio è a navata unica con tre cappelle per lato, ognuna delle quali coperta da volte a botte, ornate da altari barocchi realizzate in marmi policromi, dove sono custodite opere d’arte, sia scultoree che pittoriche, risalenti al XVII e XVIII secolo. Il presbiterio, chiuso da un abiside semicircolare dove si trovano gli affreschi rappresentanti i santi Maurizio e Lazzaro, è impreziosito da un altare maggiore in cui è esposto un Cristo crocifisso ligneo.
Dal 2008, ogni domenica mattina, la messa della Basilica di Santa croce è officiata in latino secondo il rito del romano straordinario. Oltre a ciò, dal 2018 la chiesa è parrocchia personale per i fedeli della messa tridentina, seconda in Italia dopo la parrocchia della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma.
Basilica di Santa Croce: da sinagoga a basilica magistrale
La storia della Basilica di Santa Croce è legata a doppio filo a quella del borgo in cui sorge: in origine, infatti, la chiesa era la sinagoga della cosiddetta Giudaria di Cagliari, ovvero l’antico quartiere ebraico, che sorgeva nel cuore di Castello già dal XIII secolo e raggiunse la massima espansione sotto la dominazione aragonese, nel XIV e XV secolo.
Il destino della sinagoga cambiò nel 1492, anno in cui Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia emanarono un decreto di espulsione dalle loro terre rivolto a tutti gli ebrei e ai mussulmani che non si fossero convertiti al cristianesimo. Gli ebrei furono così espulsi anche da Cagliari e il tempio che sorgeva nella Giudaria fu presto convertito in chiesa cattolica e dedicato alla Santa Croce.
Nel 1530 la chiesa fu concessa all’Arciconfraternita del Santo Monte di Pietà composta esclusivamente da membri appartenenti alla nobiltà che avevano il compito di prestare conforto ai condannati a morte. L’edificio fu utilizzato dalla confraternita fino al 1564 prima di essere ceduto, su richiesta dell’arcivescovo Parraguez, ai gesuiti che giunsero a Cagliari e a cui fu concesso l’uso di Santa Croce e di alcune case nelle vicinanze della chiesa che costituirono il primo nucleo del collegio gesuitico.
Nel 1661, grazie all’eredità della nobildonna Anna Brondo, dei marchesi di Villacidro, i padri gesuiti effettuarono dei lavori di restauro, ingrandendo e rinnovando l’edificio che fu completamente trasformato. Ancora oggi, sulla slanciata e imponente facciata che contraddistingue la struttura della basilica, si può osservare lo stemma dell’ordine dei Gesuiti, quello della famiglia Brondo e l’iscrizione dedicata alla benefattrice Anna Brondo: “D. Anna Brundo / fundatrici / Ill.M D. Felix Brundo / M. de Villacidro / pronepo / Anno MDCLXI”.
Nel 1773, con la soppressione della Compagnia di Gesù da parte di Clemente XIV, la proprietà della chiesa e del collegio di Santa Croce passò nelle mani delle Stato. In seguito, e più precisamente nel 1809, il re Vittorio Emanuele I concesse la chiesa all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, elevandola al titolo di Basilica magistrale.
L’edificio fu gravemente danneggiato dai bombardamenti che colpirono la città di Cagliari nel 1943 e venne riparato solo tre anni più tardi. Dopo circa vent’anni di chiusura, grazie a numerosi interventi di restauro, il tempio è stato riaperto al culto nel 2007.
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