Basilica di San Saturnino: origini e caratteristiche di un luogo simbolo
La Basilica di San Saturnino a Cagliari è la chiesa più antica del capoluogo sardo ed è dedicata al giovane martire Cristiano, meglio noto in Sardegna come Santu Sadurru, vissuto in terra sarda durante le persecuzioni volute da Diocleziano.
La Basilica di San Saturnino o di San Saturno, il monumento paleocristiano più antico dell’isola e tra i più significati dell’area del Mediterraneo, è uno dei luoghi imperdibili della città del sole e dal 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali la gestisce tramite la Direzione regionale Musei.
Dedicata al patrono della città, la basilica fa parte dell’area della necropoli cristiana più antica del capoluogo sardo e si trova in a Villanova, uno degli storici quartieri di Cagliari, vicino al cimitero monumentale e alla basilica di Nostra Signora di Bonaria.
L’edificio, risalente ai secoli V-VI d.C., sarebbe stato eretto sul sepolcro di San Saturnino, martirizzato nel 304 secondo la Passio sancti Saturni, un documento medievale che narra la vicenda del santo. Il primo a menzionare la chiesa fu il diacono Ferrando, biografo di Fulgenzio, il vescovo di Ruspe che nel primo quarto del VI secolo fu esiliato dal re Trasamondo dal nord Africa a Cagliari, dove soggiornò due volte, tra il 507 e il 523, e fondò un monastero iuxta basilicam sancti martyris Saturnini per onorare San Saturnino.
L’impianto originario presentava uno schema cruciforme con cupola all’incrocio dei bracci e il corpo centrale, ancora oggi intatto, sostenuto da quattro grandi pilastri con colonne alveolari in marmo rosso d’Africa. Una volta entrati all’interno della basilica, osservando la cupola dal basso, in alto si nota un’iscrizione, preceduta da una croce e conclusa da una colomba, che recita: “Dominus qui incoasti perfice usque in fine”, ossia “Signore, tu che hai iniziato porta a termine sino alla fine”.
Nel 1089, l’edificio fu donato dal giudice Costantino Salusio II di Cagliari ai monaci benedettini dell’abbazia di San Vittore di Marsiglia (Vittorini) che vi stabilirono un priorato e restaurarono la chiesa secondo i canoni del romanico-provenzale.
Il Ministero della Cultura, attraverso il proprio sito, fornisce la descrizione dei lavori che interessarono la basilica durante questa fase: le maestranze provenzali mantennero il corpo centrale cupolato e riedificarono i quattro bracci, di cui resta integro solo quello orientale, a tre navate e abside, con paramento in calcare di Bonaria, accenni di bicromia dovuti all’inserimento di conci vulcanici e utilizzo di spogli marmorei. La navata mediana ha volta a botte impostata su cornice e scandita da sottarchi, mentre le navatelle hanno volte a crociera in cantonetti. Dopo 30 anni dall’inizio dei lavori, la rinnovata basilica fu consacrata nel 1119.
Nel Trecento, durante l’assedio del Castello da parte degli Aragonesi, l’edificio fu gravemente danneggiato. Probabilmente, prima di diventare proprietà dell’arcidiocesi di Cagliari nel Quattrocento, l’edificio fu concesso in uso ai cavalieri di San Giorgio de Alfama per volontà di Pietro Alfonso o di Aragona, detto il Cerimonioso.
Basilica di San Saturnino: dall’Età Moderna ai giorni nostri
Dopo un lungo periodo di abbandono, in cui fregi, decorazioni e opere provenienti da San Saturno furono riutilizzati come materiali da costruzione nella ristrutturazione del castello di San Michele, a partire dal 1614 numerosi scavi archeologici interessarono la necropoli paleocristiana intorno alla basilica allo scopo di ritrovare i cosiddetti “corpi santi”, ossia delle reliquie dei martiri.
Furono portate alla luce diverse sepolture e verso la fine del secolo l’edificio fu parzialmente smantellato per ricavarne materiale utile alla ristrutturazione della cattedrale di Santa Maria Assunta e di Santa Cecilia, il principale luogo di culto di Cagliari.
Nel 1714 la basilica fu assegnata alla Corporazione dei Medici e degli Speziali e quindi intitolata anche ai santi medici Cosma e Damiano. Durante il Novecento, invece, la chiesa è stata oggetto di vari interventi di restauro: danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale fu riparata negli anni del dopoguerra, tra il 1948 e il 1952, prima di essere chiusa per nuovi lavori di ristrutturazione nel 1978. I lavori durarono fino al 1996, anno in cui la basilica venne riaperta alle visite.
Il 30 ottobre 2004, festa di San Saturnino, la basilica dotata di un nuovo altare e di un ambone è stata riconsacrata e riaperta al culto da Giuseppe Mani, arcivescovo di Cagliari, mentre l’area della necropoli è tuttora interessata da scavi archeologici.
La Basilica di San Saturnino si trova in piazza San Cosimo a Cagliari ed è aperta dal lunedì al sabato dalle 08:30 alle 13:30. L’ingresso è libero e per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito web
http://musei.sardegna.beniculturali.it/, telefonare al numero +39 070 662496 o inviare una mail ai seguenti indirizzi: drm-sar.sansaturnino@beniculturali.it e mbac-drm-sar@mailcert.beniculturali.it.
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