Carnevale di Mamoiada: storia dell’evento, curiosità e informazioni su date e programma
Il Carnevale di Mamoiada è un evento dalle origini misteriose, che si tiene nel comune omonimo e ogni anno calamita migliaia di turisti.
Al centro della Barbagia, a pochi km di distanza dal massiccio del Gennargentu e dal Supramonte di Orgosolo, sorge Mamoiada, un piccolo paese dove ogni anno viene organizzato un Carnevale la cui atmosfera attira ogni anno migliaia di turisti provenienti anche fuori dalla Sardegna. E non a caso è uno degli eventi più famosi del folclore sardo. Merito anche delle maschere tradizionali protagoniste, ovvero i Mamuthones e gli Issohadores.
Carnevale di Mamoiada: la storia
Conosciuto anche come “la danza dei Mamuthones” (proprio in onore di una delle maschere più famose), il carnevale mamoiadino ha delle origini avvolte dal mistero. Le ipotesi avanzate sono state diverse nel corso degli anni, ma nessuna è stata dimostrata per davvero. Stando ad alcuni storici sardi, il rito risalirebbe all’età nuragica. In quell’epoca sarebbe nato come gesto di venerazione degli animali, come protezione dagli spiriti maligni e per propiziare il raccolto.
Ci sono però teorie diverse, che inquadrebbero questa festa in altri momenti della storia sarda. Da un punto di vista antropologico, essendo un carnevale barbaricino, quello di Mamoiada è un evento che viene legato ai cicli della morte e della rinascita della natura. Il rapporto uomo-animale – su cui si basa il sistema economico-sociale della Barbagia, fondato su pastorizia e allevamento – viene riproposto in chiave grottesca, con l’utilizzo di rituali arcaici di esorcizzazione e maschere orride.
Nonostante il loro aspetto spaventoso, alle maschere venivano offerti cibi e bevande, perchè ad esse si riconosceva il potere di influire sull’andamento dei raccolti e dunque sulla sopravvivenza della comunità.
Le maschere del Carnevale di Mamoiada
Come dicevamo qualche riga più su, le maschere del Carnevale di Mamoiada sono i Mamuthones e gli Issohadores. I primi indossano una maschera nera caratterizzata da un’espressione sofferente o impassibile, realizzata in legno d’ontano e pero selvatico. Sono vestiti di pelli ovine e sulla schiena portano “sa carriga”, cioè campanacci dal peso di circa 30 kg legati con cinghie di cuoio.
I campanacci, fino a non molti anni fa, erano messi a disposizione da pastori che li prendevano direttamente dal collo delle loro bestie. Vengono anche chiamati “sonazzos” e sono costruiti dagli artigiani di Tonara, utilizzando le ossa del femore di pecore, capre, asini o altri animali.
Per quanto riguarda gli Issohadores, essi indossano una camicia di lino, una giubba rossa, calzoni bianchi, uno scialle femminile e a tracolla portano sonagli d’ottone e di bronzo. Alcuni portano una maschera antropomorfa bianca.
Carnevale di Mamoiada: gli eventi da non perdere
Uno dei momenti più apprezzati all’interno del programma di eventi del Carnevale di Mamoiada è la vestizione dei Mamuthones. Dopo la vestizione, le maschere sfilano in gruppi di dodici (a rappresentare i mesi dell’anno), guidati dagli Issohadores. Questi ultimi sfilano in gruppi di otto, danzando con coreografie molto complesse, tanto che è bene che siano imparate da bambini.
Mamuthones e Issohadores sfilano così insieme, dando vita ad una cerimonia molto solenne, quasi come se fosse una processione. I primi si muovono molto lentamente, provati dal peso dei campanacci, mentre sono i secondi a scandire il ritmo, dando un colpo di spalla per scuotere e far suonare tutti i campanacci. Ovviamente, non dovendo sopportare tutto quel peso, gli Issohadores procedono a passo più svelto. Ad un certo punto, lanceranno la loro fune, sa soha, per catturare qualcuno degli astanti. Per liberarsi, i prigionieri dovranno offrire loro da bere.
Gli appuntamenti da segnarsi in agenda sono innanzitutto il 16 e 17 gennaio, quando le maschere fanno la loro apparizione durante la festa di Sant’Antonio, ma è con il Carnevale e il martedì grasso che danno il meglio. Proprio durante il martedì grasso si può assistere alla processione della maschera di Juvanne Martis Sero, trasportata su un carretto da uomini vestiti da “zios” e “zias”, che ne piagono la morte cantando sconsolatamente.
Carnevale di Mamoiada: date e programma
Il calendario degli eventi è in continuo aggiornamento, ma al momento sono due le date certe confermate:
- Domenica 27 febbraio: Balli in piazza e Sfilata Maschere Mamuthones e Issohadores
- Martedì 1 marzo: Balli in piazza, Sfilata Maschere Mamuthones e Issohadores, Carri e gruppi spontanei, Fantoccio Juvanne Martis Sero, Favata
4 motivi per partecipare al Carnevale di Mamoiada
Il Carnevale di Mamoiada è una delle manifestazioni più antiche della Sardegna. Parteciparvi è, dunque, un’ottima occasione per scoprire di più sulle tradizioni dell’isola. Ma oltre agli aspetti folcloristici, ci sono altre ragioni per cui vale la pena vivere questa esperienza:
1) Provare la cucina locale
La Sardegna ha una tradizione culinaria specifica, legata al territorio e alla stagionalità.
Durante il carnevale, a Mamoiada è possibile assaggiare diversi piatti tipici, primo fra tutti la zuppa di fave. E poi ci sono i dolci, come Ulurjones de mendula, Orulettas e Hathas. Infine, non manca mai il vino, specialmente il Cannonau. Gli abitanti di Mamoiada sono soliti offrire dolci e vino ad amici e conoscenti durante il carnevale. Ma se il vino è una vostra grande passione, allora dovete assolutamente visitare le cantine locali.
2) Scoprire il patrimonio architettonico
A Mamoiada e nei suoi dintorni sorgono diverse graziose chiese. La principale è la chiesa medioevale di Nostra Signora di Loreto. Tra le chiese campestri vanno citate la Chiesa di Loret’Attesu, della seconda metà del XVIII secolo, e il santuario dei SS. Cosma e Damiano, che risalirebbe al VII secolo. Il santuario custodisce 14 formelle in ceramica smaltata raffiguranti le stazioni della Via Crucis, realizzate in Spagna nel ‘700. Tutto il mondo ebbe modo di ammirarle nel 1998, in occasione della Via Crucis di Papa Giovanni Paolo II al Colosseo trasmessa in tv.
3) Visitare i siti archeologici
Nel territorio di Mamoiada sono presenti tanti resti di antiche civiltà. L’esempio tipico sono i nuraghi, megalithic edifices. Poi ci sono i menhir, come il ‘Sa perda Pintà’, unico nel suo genere per via delle coppelle e delle incisioni concentriche sulla sua superficie. Infine, ci sono le numerose ‘Domus de Janas’, piccole tombe scavate nel granito nel periodo neolitico-prenuragico. Una di queste si trova proprio vicino alla Chiesa di Loret’Attesu.
4) Partecipare alle feste
Sebbene la sfilata di Mamuthones e Issohadores rappresenti il momento clou, il Carnevale di Mamoiada comprende molto altro: dagli spettacoli ai carri allegorici, dai gruppi mascherati organizzati alle singole persone che vogliono partecipare ai festeggiamenti. E poi, c’è il tradizionale ballo tondo nella piazza principale della città.
Insomma, per tutto il carnevale, Mamoiada si trasforma in una grande festa all’aperto che coinvolge tutta la popolazione.