Matrimoni Sardegna: un viaggio tra sentimenti universali e antiche tradizioni
Le origini delle tradizioni dei matrimoni in Sardegna si perdono nella notte dei tempi e uniscono riti ancestrali e gesti simbolici che raccontano la storia di intere comunità tra suoni, colori, canti e saperi antichi.
I matrimoni in Sardegna sono riti in cui si mescolano elementi religiosi, gesti scaramantici e antiche tradizioni popolari che contraddistinguono la storia di una terra plurimillenaria, famosa in tutto il mondo per il suo mare azzurro e cristallino, le spiagge di sabbia bianca e i paesaggi naturali in cui regnano i profumi della natura incontaminata.
Ricche di un fascino straordinario, le usanze sarde legate alle nozze affondano le loro radici nella notte dei tempi e anche sull’isola, come accade in altri luoghi d’Italia, il rito sacro cattolico evoca le tradizioni di culti pagani preesistenti che con l’avvento del cristianesimo non scomparvero ma furono rielaborate in pratiche religiose, dando vita rituali unici al mondo.
Sono due gli sposalizi della tradizione isolana protagonisti di splendide rievocazioni storiche che caratterizzano l’estate sarda: Sa Coia Maurreddina, che si tiene a Santadi, nel sud-ovest della Sardegna, la seconda domenica del mese di agosto, e Sa Coja Antiga Cerexina, detto anche Antico Sposalizio Selargino, la più antica e fedele riproposizione dello storico matrimonio campidanese.
Per l’organizzazione di Sa Coia Maurreddina, o matrimonio Mauritano, la rievocazione dei riti della comunità agropastorale del basso Sulcis, i preparativi durano settimane e comprendono: la realizzazione degli abiti su misura, in broccato e seta per la sposa e in orbace nero e lino finissimo per lo sposo, la scelta dei buoi più forti, l’addobbo delle traccas (carri) e la selezione dei canti.
L’idea di riproporre una celebrazione matrimoniale basata sui riti di un tempo, che oramai stavano cadendo in disuso, fu di un gruppo di giovani santadesi che nel 1968 organizzarono, nel mese di giugno, la prima edizione di quello che oggi è uno degli eventi identitari della Sardegna.
L’appellativo “Mauritano’” fu scelto perché fin dall’antichità le genti del Sulcis erano chiamate proprio maurreddinus poiché, secondo una teoria basata su fonti storiche come il Bellum Vandalicum di Procopio, discenderebbero dai Mauri, abitanti della romana Mauretania, un’area corrispondente ai territori settentrionali degli odierni Stati dell’Algeria e del Marocco. In base a questa teoria, all’epoca dell’invasione vandalica della Sardegna e del Nord Africa, nel VI secolo d.C., un gruppo di Mauri si sarebbe trasferito nel sud-ovest dell’isola e da quel momento i sardi avrebbero preso a chiamare maureddinus gli abitanti di questa parte della Sardegna.
Secondo un’altra ipotesi, l’appellativo corretto con cui erano noti gli abitanti del sud-ovest sardo è meureddinus, un termine che deriva sardo meurra, ovvero merlo, in riferimento al colore scuro degli abiti.
La tradizione vuole che il giorno del matrimonio le traccas, abbellite con arazzi, tralci di vite, spighe e fiori, vengano trainate da buoi bardati attraverso un tappeto di petali rossi e ramoscelli. Gli sposi salgono sulla loro tracca e, insieme al corteo nunziale, tra le note dei suonatori di luneddas, raggiungono il luogo in cui si svolgerà la funzione. Il tempo della cerimonia è scandito da antichi rituali di buon auspicio come la benedizione degli sposi e la sa’razia (la grazia), ovvero la rottura di un piatto contenente riso, grano, sale, monete e petali di rosa, simboli di abbondanza, saggezza, ricchezza e amore, che vengono sparsi sul capo dei novelli sposi.
Matrimoni Sardegna: dal matrimonio Mauritano all’Antico Sposalizio Selargino
Sa Coja Antiga Cerexina, o Antico Sposalizio Selargino, è la riproduzione autentica dell’antico matrimonio in stile campidanese così come veniva celebrato nel XVIII e XIX secolo, un evento corale e festoso che non coinvolge solo gli sposi ma l’intera comunità. L’evento è organizzato ogni settembre a Selargius, cittadina alle porte di Cagliari, una delle mete ideali per un indimenticabile viaggio di nozze in Sardegna.
Le celebrazioni cominciano il giovedì o venerdì con il futuro sposo che, accompagnato da un gruppo di ragazzi in abiti tradizionali, raggiunge su un carro adornato la casa della futura sposa e intona una serenata sotto la sua finestra. Il sabato, invece, carri trainati da buoi e preceduti da un corteo in abiti tradizionali e dai suonatori di launeddas, portano il corredo della sposa nella casa che condividerà con il suo futuro marito.
Infine, la domenica inizia con la vestizione degli sposi che indossano antichi abiti nunziali selargini arricchiti da preziosi gioielli. Una volta pronti, i due giovani, accompagnati dal corteo, si dirigono verso la chiesa della santissima Vergine Assunta dove si svolge la lunga celebrazione in sardo campidanese. Dopo lo scambio degli anelli, le mani degli sposi sono unite da sa cadena, la catena nuziale, simbolo di fede e legame eterno, composta da 66 anelli d’argento. Terminata la funzione religiosa gli sposi escono dalla chiesa fra gli applausi accompagnati dal lancio di due colombe.
A questo punto, la celebrazione prosegue nella vicina chiesa di San Giuliano, dove i due novelli sposi scrivono le loro promesse d’amore che saranno conservate nel piccolo santuario e lette dal primogenito in occasione del venticinquesimo anno di matrimonio. I festeggiamenti continuano con il banchetto nunziale preceduto da riti di buon auspicio che caratterizzano anche il matrimonio Mauritano, ovvero la benedizione degli sposi e la sa’razia.
Vuoi scoprire gli antichi riti matrimoniali sardi e vivere una vacanza all’insegna dello charme e dell’eleganza? Prenota un soggiorno a Palazzo Doglio a Cagliari