Manu Invisibile: a Cagliari con la performance “Street Sweet Street”
La Sardegna è famosa per i litorali di sabbia bianca, le acque cristalline e la natura incontaminata e selvaggia, ma l’isola è anche una terra di storia, cultura, arte e artisti come Manu Invisibile che a Cagliari è protagonista di una performance esclusiva dal titolo “Street Sweet Street”.
Autore di graffiti e opere di street art, Manu Invisibile è l’autore di “Street Sweet Street”, una performance unica che andrà in scena a partire dalle ore 9 del 3 marzo tra Piazza San Cosimo e l’area di rigenerazione urbana interessata dal progetto di Palazzo Doglio, il nuovo hotel di lusso alle porte del centro storico di Cagliari.
L’artista, dopo aver ricreato un contesto casalingo dotato di tutti i comfort, si “trasferirà” per 24 ore in uno degli storici quartieri di Cagliari, dove si dedicherà alle attività che caratterizzano la vita quotidiana di ognuno di noi, come bere un caffè al bar o acquistare il giornale. “Street Sweet Street” sarà aperta a tutti e il pubblico potrà interagire con l’artista per tutta la durata della performance.
L’opera di Manuel Invisibile si inserisce nell’ampio progetto legato alla ristrutturazione e riconversione di Palazzo Doglio, un lavoro che include la promozione di attività artistico-culturali e interventi di valorizzazione dei beni storico-monumentali presenti nel quartiere in cui sorge lo splendido edificio. Tra le iniziative, ci sono l’inaugurazione di un parco sculture temporaneo nell’area pedonale che da Vico Logudoro arriverà fino a Piazza San Cosimo, la ristrutturazione di Teatro Doglio, che rinascerà con il concerto di Giovanni Allevi in programma il 18 Aprile 2020, e la Corte aperta ai locali e a diverse attività commerciali che diventerà anche uno spazio espositivo a cielo aperto.
Manu Invisibile: breve biografia dell’artista sardo
Diplomato al Liceo Artistico Foiso Fois di Cagliari, Manu Invisibile comincia il suo percorso artistico in terra sarda agli inizi degli Anni Zero prima di trasferirsi a Milano. Successivamente porta a termine diversi lavori in ambito internazionale tra cui “Influence”, lavoro realizzato nel 2017 all’interno del quartiere di Camden Town a Londra, e l’opera creata per il progetto “Les jeunes s’exposent” destinata alla facciata del Liceo Carnot Bertin a Saumur in Francia.
Nonostante sia uno dei principali protagonisti della scena artistica europea, l’identità dello street artist sardo è circondata da un alone di mistero. L’artista, infatti, preferisce mantenere l’anonimato e indossa un vestito nero con tracce di pittura di diversi colori e una maschera nera dalle forme taglienti che si ispirano alla geometria e alla notte.
“La sua arte – si legge nella biografia- si differenzia nell’ambito della Street Art per la scelta di inserire parole dall’alto valore simbolico, in contesti urbani fatiscenti e strade a scorrimento veloce”.
Manu Invisibile ha svolto anche dei corsi privati di affresco a Firenze, uno presso l’Accademia del Giglio e l’altro presso la Bottega del Bon Fresco del Maestro Massimo Callossi.
Manu Invisibile: l’intervista al simbolo della street art
La street art non è solo un’arte, è uno stile di vita. Quali sono i motivi che ti hanno spinto verso questa forma d’arte?
Ho sempre avuto un attrazione particolare per gli interventi su parete, quando ho utilizzato per la prima volta gli spray, ne sono rimasto piacevolmente folgorato. Il motivo principale è sicuramente l’attrazione viscerale per un arte tra le più provocatorie di sempre, ma anche la genuinità di una passione, il potere di un mestiere di cui andare fiero.
Che tecniche e materiali utilizzi per i tuoi lavori?
Uso dagli inizi, tecniche e materiali tra i più vari, la maggior parte della mia produzione si sviluppa con la pittura a secco, utilizzando vernice al quarzo e spray, ma negli ultimi anni sto sperimentando anche la tecnica ad “affresco” quella con il grassello di calce, la sabbia di fiume e la polvere di marmo tipica del periodo Rinascimentale.
Come vedi il rapporto tra arte di strada e città in un futuro sempre più tecnologico?
Credo che oggi più che mai l’arte, svolga un ruolo di primo piano nella comunicazione di massa in un’epoca così rivoluzionaria e decadentista al tempo stesso.
Cagliari: cosa sono secondo te le 5 cose da non perdere e perché?
Cagliari è una città che offre molte meraviglie da visitare e contemplare. Io personalmente sono vicino agli ambienti culturali, perciò sicuramente l’Exmà per le sue puntuali iniziative, il terrapieno (in particolare Via S. Saturnino, culla dei graffiti a Cagliari), la Galleria d’arte Comunale per l’imponente collezione Ingrao, la “The AB Gallery”, che ospita una grossa fetta delle produzioni di designers e street artist, il centro Sociale Exmé che da anni ci mette la faccia e tanto impegno in una delle periferie di Cagliari. L’iniziativa “Street Sweet Street”, mi ha avvicinato a due degli spazi futuri più innovativi della città: Palazzo Doglio e Teatro Doglio, due ambienti colossali che stanno già influenzando positivamente la città, ridando linfa vitale a zone che fino a poco tempo fa erano snodi di passaggio per i cittadini.
Nella storia della Sardegna l’insularità ha comportato, e comporta tutt’oggi, pregi e difetti dal punto di vista sociale – culturale – economico – ambientale, ci dici secondo te un pregio e un difetto di essere un’isola?
Il pregio e il difetto (allo stesso tempo) di essere un isola è la propria “zona di comfort” che da una parte, abbraccia e protegge la nostra vita, al tempo stesso la limita, la vincola. Caparbi e potenti sono i soggetti che riescono a varcare questa soglia, rendendo questo processo un “appuntamento” che non manca mai, dando il meglio di se, creando dei “ponti immaginari” costruiti con impegno e determinazione.
Foto: Manu Invisibile Ritratto, Facebook @manuinvisibile